Dina
Cangi è pittrice sensibile e raffinata ed il fatto di essere
dotata di una preziosa tecnica le consente di affrontare, con disinvolta
sicurezza, tematiche e poetiche diverse e variegate, motivo per il
quale il suo percorso artistico è segnato da un proporsi di
cicli, di periodi e di fasi che ne caratterizzano la produzione che
è, comunque, sempre tesa nell'ambito della continua ricerca,
della costante sperimentazione e della perenne ansia di creare, di
produrre, di inventare.
I lavori presenti in questa personale appartengono al ciclo "tra
cielo e terra", dove la brava artista aretina tenta di mettere
in comunicazione, fisica e spirituale, questi due elementi che costituiscono,
in definitiva, l'ambito nel quale l'uomo si trova a vivere e operare.
Sono opere di assoluto rilievo pittorico per il grande lavoro che
li sottende, per l'accuratezza nella definizione della tecnica, per
il sapiente, ed accorto, uso del colore che procede, velatura dopo
velatura, sino a rendere gli effetti, i risultati, gli esiti che la
Cangi si proponeva, sono opere in cui esce fuori, a pieno, anche l'artista
con la sua capacità di compenetrare situazioni e circostanze,
per l'attenzione che viene prestata alla resa di atmosfere, per l'intelligenza
con la quale riesce a fare immergere l'osservatore in mondi velati
e fluttuanti eppure concreti e definiti, comunque sempre carichi di
pathos e di intensa poesia.
Allora è come se la terra con la sua forza e la sua sostanza
si compenetrasse nella levità e astrattezza del cielo, è
come se le aeree effusioni di incredibili cieli si materializzassero
nelle magmatiche profondità della terra, è come se nei
quadri della Cangi si riuscisse a concretizzare l'utopico segno dell'iomo
di unire cielo e terra, concretezza ed astrazione, materia e poesia,
vita e morte.